Si è concluso al teatro Franchi-Ingrassia di Triscina il tour estivo dell’opera teatrale “Mater Matri” una storia di quotidiana passione, amore, sconforto, sorriso, energia, consapevolezza, stanchezza, disperazione, speranza, lotta, sacrificio e vita, la presidente Valerie Pellicane ha dichiarato: “Sono le nostre storie di madri, madri che raccontano una storia, la loro storia di adolescenze, amori e lacrime salate. L’opera teatrale è stata scritta e diretta dal regista Giacomo Bonagiuso che dopo l’ascolto individuale delle nostre storie ha redatto il copione MATER-MADRI e sotto la sua regia le madri di Madres stanno dando vita ad uno spettacolo unico. Tutto il ricavato andrà a finanziare un progetto finalizzato al dopo di noi”.
Il regista Bonagiuso ha dichiarato: “È stato bello ricevere il complimento più gratificante della mia vita. Valerie Pellicane lo ha sintetizzato cosi “Giacomo, sei diversamente uomo”. Ma in realtà tantissimi mi hanno detto che da questo testo, “Mater Matri”, emerge questa spiccata sensibilità femminile. Che sembra il verso di una canzone di Elio e le Storie Tese, ma va benissimo per riassumere una consapevolezza senza prendersi troppo sul serio. Mi sono chiesto semmai come mai io l’abbia acquisita a 49 anni, o perché mi sia stata riconosciuta soltanto oggi. Non ho risposte ma soltanto una pista. Femminile, guarda caso. Da quando creo e gestisco e istruisco e mando in scena gruppi di persone, e sono 26 anni, ho la chiara e netta consapevolezza che il gruppo Madres stavolta non durerà una o due stagioni, non si sfalderà per arroganza, per noia, per sazietà, per invidie, per gelosie… Strano. Ma è così. Forse allora la strana sensibilità femminile nasce dal contesto. Da queste madri che mi hanno accolto, dato fiducia raccontandomi pezzi della loro vita che, forse, neanche di fronte a loro stesse avevano così lasciato fluire. Questa volta, questo gruppo è fondato da verità, e che verità, e non da comodo, da occasione, o da artificio. E la verità, si sa, sempre vince. In fondo io devo dire grazie a loro, alle mie Madres, se sono diventato diversamente uomo. Che è una grande conquista. A 49 anni, mentre tutto diventa sempre più chiaro. Una conquista per cui dire grazie”.
Un’opera che semina in ogni sua tappa un seme di consapevolezza, di una realtà difficile da comprendere per chi non vive quella situazione, di chi non vede e spesso di chi non vuol vedere le sfaccettature di una vita difficile e che con questo comportamento contribuisce a un distacco che si sintetizza con una parola amara il più delle volte “Mischina”. Queste sono madri che lottano e che non cercano pietà ma solidarietà, non, a livello personale ma in un’ottica generale che vede al futuro dei loro figli. Se l’unione fa la forza allora uniamoci e facciamo tutti la cosa giusta.
Vincenzo Pipitone
