Lo Re Franco

Da oltre venticinque anni una legge nazionale imponeva l’obbligo ai comuni di dotarsi di un Piano di Protezione Civile. Ma Salemi stranamente rimaneva l’unico comune della zona terremotata del Belice, e tra i pochi della Provincia di Trapani, ad esserne privo. Un triste primato nonostante fosse un comune ad alto rischio sismico e con tre zone caratterizzate da un gravissimo dissesto idrogeologico. Il Consiglio Comunale approvò finalmente il Piano nel 2017 grazie all’imput dato dall’Amministrazione guidata da Domenico Venuti.
Esso rappresent0’ non solo un atto amministrativo ma soprattutto lo strumento fondamentale per la conoscenza più approfondita del territorio senza il quale è impossibile la prevenzione dai potenziali rischi a cui è esposto. Dopo questi tre anni di rodaggio, oggi Salemi può dire di avere un Gruppo comunale della Protezione Civile abbastanza efficiente. Esso è diventato un punto di riferimento certo per i cittadini e per le Amministrazioni pubbliche. Composto da circa quaranta volontari, tra cui diverse figure professionali, opera da tre anni circa per la prevenzione e il soccorso sul territorio in situazioni di emergenza. Coordinatore del gruppo è l’architetto Salvatore Maltese, mentre il responsabile per conto del Comune è l’ingegnere Giuseppe Placenza. La prova sul campo che siamo in presenza di un gruppo ormai collaudato l’abbiamo registrata a partire dal marzo di quest’anno. Da quando, cioè, sono operanti le misure riguardanti il contrasto ed il contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del coronavirus.
Cosa certamente non facile, tenuto conto delle disposizioni previste dai vari decreti nazionali e dalle ordinanze regionali e comunali, che si accavallano e si aggiornano continuamente. Come si ricorderà, il 24 marzo di quest’anno Salemi diventava “zona rossa”.
Il provvedimento comportò il divieto di accesso e di allontanamento dal territorio comunale (fatte salve pochissime eccezioni) e anche la sospensione di ogni attività degli uffici pubblici, tranne alcuni servizi essenziali e di pubblica utilità. Sulla scia di quell’Ordinanza, il campo di attività del Gruppo si è ampliato dando prova di solida efficienza. Un lavoro sotterraneo ed invisibile ma che riteniamo giusto far conoscere smentendo quanti dello scontento fanno ragione di vita.
Chi, se non questi giovani hanno collaborato con le forze dell’ordine che presidiavano i varchi con il montaggio di gazebi? Per non parlare della manutenzione di gruppi elettrogeni, dell’assistenza al personale in servizio, la collocazione nei varchi fissi di transenne o blocchi in cemento armato.
Tutta opera loro e in silenzio. Con l’aumento delle persone positive al covid-19 si rese necessario il servizio di assistenza domiciliare ad un numero sempre più crescente con la consegna di bombole di ossigeno, medicinali vari e alimenti. Sempre merito loro.
Una delle altre attività svolte è stata la raccolta e la schedatura delle istanze di autodenuncia dei cittadini che arrivavano e arrivano dalle cosiddette zone rosse. Come anche il servizio impegnativo prestato da un operatore telefonico che si informa sullo stato di salute dell’assistito. Si tratta spesso di una persona anziana e sola in casa. Si dice spesso che un gesto valga più di mille parole. Soprattutto se fatto con il cuore, è sicuramente più significativo di un lungo discorso retorico. È ciò che ha voluto fare la Fidapa guidata da Anna Rapallo Pilocane che così si è motivato il gesto: “Questi valorosi ragazzi, sempre presenti sul territorio, quando sono operativi non conoscono orari e soste. Ma, durante i lunghi turni, una tazza di caffè spesso può diventare importante, ecco perché abbiamo deciso di donare una macchinetta del caffè.
È il nostro modo di dire grazie al grande cuore di tutti i volontari del gruppo che continuano ad operare con grande senso di responsabilità ed abnegazione. Là dove c’è un volontario, c’è umanità e speranza e noi desideriamo essere vicine ad ognuno di loro”. Alla cerimonia erano presenti, oltre al coordinatore del Gruppo Salvatore Maltese, anche il sindaco Domenico Venuti.
Franco Lo Re